"A Reality on the world"

Esistono diversi tipi di realtà all'interno del nostro Mondo. Diversi punti di vista e contesti. Diversi sono i Paesi e i popoli. E certe storie regalano brezza lieve di nuova conoscenza. Là, dove non è possibile conoscere ogni angolo di questa Terra, è però possibile comunicare visioni e sfaccettature, a chi sarà interessato a leggerne le storie.

2006/09/29

nahda, Rashid Rida e la Salafyya

Nahda, Rashid Rida e la Salafyya


Con Rashid Rida, presento l'ultimo dei 3 pensatori della rinascita dell'islam, con la sola differenza che il suo pensiero si sposta su riflessioni più conservatrici e che daranno gli spunti per la nascita dell'associazione dei fratelli Musulmani ad opera di al-Banna.
Rida, di origini siriane, fu allievo di 'Abduh e il suo pensiero è molto importante per la forte matrice riformista di cui è impregnato e per il movimento della Salafyya, che concepisce il risveglio dell'Islam come un ritorno alle fonti e attraverso l'eliminazione delle innovazioni sul piano teologico (bid'a) e del culto dei santi. Inoltre questa è allo stesso tempo riflessione teologica e progetto politico, la sua finalità è l'adattamento dell' islam al mondo moderno.
Nel 1898 Rida fonda la rivista "al Manar" che sarà veicolo di diffusione della sua ideologia: ritorno alla tradizione e al Corano. La salafyya si rifà a un modello religioso che vede nel Profeta e nei suoi 4 compagni , fondatori delle scuole giuridiche dell'Islam, il momento di purezza originaria. La maggiore critica che solleva Rida trova il cavo espiatoio nelle confraternite islamiche e nel loro misticismo, ritenuto fonte di declinio dell'islam e di accettazione passiva della colonizzazione. L'occidente nella visione di questo intellettuale equivale al taqlid, all'imitazione servile . Nel 1924 la fine del califfato ottomano spinge alla riflessione Rida che crede che il mondo musulmano non possa fare a meno di un califfo in grado di guidare la comunità dei credenti (umma) e ripensa alla dottrina califfale in termini organizzativi, introducendo termini quali "congresso" e "riunione". Il congresso dovrebbe eleggere dei rappresentanti che a loro volta eleggerebbero un califfo scelto tra i discendenti del profeta. Con la morte di Rida, anche la salafyya muore con lui, ma diversi movimenti si rifaranno alla sua idea, come il riformismo (islah) degli ulama in Algeria o il fondamentalismo di Hasan al-Banna. Lo scopo dell'islah è il recupero dell'ordine all'interno dello stato per evitare la corruzione. Da questo momento in poi l'islam sara' impregnato dal fascino di queste nuove ideologie e vedremo come queste riusciranno a rivestire la comunita' islamica di una nuova identita' che delle volte risultera' antitetica al mondo occidentale, un fondamentalismo che si basera' su interpretazioni del testo coranico come pratiche che dovranno scandire tutti i vari momenti della quotidianeita' dei musulmani e che delle volte rigetteranno l'occidente per affermare ulteriormente la loro cultura.

2006/09/26

Nahda e Mohammed Abduh

Nahda e Mohammed Abduh



Siamo stati superati da banditi decisi a sbarrare la strada al benessere,questi uomini si vestivano col manto dei profeti, ma adottavano i metodi dei tiranni, parlavano nei termini usati dai sapienti essendo pero' degli ignoranti, adottavano il nostro modo di reclamare la libertà, ma riuscirono grazie al potere della spada e alla debolezza del governo a convincere la massa volgare che essi rappresentavano il diritto, la verità e la protezione delle leggi
(in "al-'Urwa-l wuthqa",1884,p 38)

Mohammed 'Abduh (1849-1905), discepolo di al-Afhani, approfondisce le intuizioni del maestro e le interpreta secondo una lettura della rivelazione coranica. Abduh, principalmente puo' essere considerato un teologo.
Per lui il riformismo nell'islam non consiste semplicemente in una rilettura religiosa, ma abbraccia anche la riflessione sociale, la tolleranza e la razionalità. la sua personalità sarà apprezzata anche per l'apertura nei confronti delle varie comunità islamiche e per la difesa degli arabi cristiani. Egli intende la sua azione riformatrice come una nuova educazione al popolo islamico, egli critica il fatalismo (tawakkul), l'imitazione sterile (taqlid), l'indebolimento della facoltà di giudizio (rai) e la ricerca della verità interpretativa (igtihad). Come Afghani il problema principale che si pone Abduh è su come conciliare l'emergente modernità con la tradizione islamica e quale sia il ruolo dell'intellettuale nel fornire gli strumenti che possano aquire il divario tra arretratezza sociologica e mutamento sociale.Per Abduh il piano della ragione e quello della scienza non sono antitetici, bensi' coincidenti "l'ISLAM è LA RELIGIONE DELLA RAGIONE E DELLA SCIENZA"e in caso di contraddizione, egli afferma, si puo' far prevalere la ragione sulla rivelazione, ricorrendo all'interpretazione allegorica (ta'wil)
Nell'Egitto di Abduh l'idea di nazione trova un grande strumento di emancipazione a causa del dispotismo turco-ottomano.Tutta la vita politica si riassume in un'unica idea, quella di patria.

I fattori sociali sono inconsistenti in sè come la sabbia, ma questa idea li cementa in un blocco resistente come la roccia ed essa è la migliore salvaguardia contro le discussioni e le dispute intestine. Bisogna amare la patria appassionatamente, conservarne il sentimento nel cuoe con cuora gelosa e difenderla con lo zelo di un avaro
(Abduh, in Rida, 1927, p 183)

Abduh, teologo e protagonista di ruoli importanti allàinterno delle varie università e avendo ottenuto anche l'incarico di mufti d'Egitto, orgoglioso di potere interpretare la sharia e di emettere fatwa (consultazioni giuridiche), rimane uno degli esempi di grandi intellettuali che cercarono di trovare strumenti per far emergere l'islam dall'oscurità di cui si era intriso a causa dei mutamenti sociali che stavano iniziando a plasmare una nuova identità nazionale e panislamica.

2006/09/25

Nahda e gli intellettuali dell'islam in cerca di identita' culturale

Nahda e gli intellettuali dell"Islam in cerca di identita' culturale


Dio solo conosce i segreti dei cuori. Che essi sappiano, quelli che mi sono più cari del mio proprio essere. Il popolo inglese mi prende per russo. I musulmani mi credono cistiano. I sunnti mi chiamano sciita. Alcuni discepoli dei quattro grandi califfi mi credono wahhabita. Alcuni adepti degli imam mi considerano bahai. sono qualificato come materialista dei deisti, come corrotto dei casti, come ignorante oscurantista da moli sapienti, e come ateo dai fedeli credenti; nè il pagano mi chiama a sè, nè il musulmano mi considera dei suoi. La moschea mi rifiuta, il tempio mi rigetta. sono perplesso, non so più con chi legarmi, nè contro chi lottare. La rinuncia agli uni esige l'adesione agli altri. L'approvazione di una comunità necessita il rifiuto dell'altra. Nessuna uscita da cui possa scappare, nessun rifugio affinchè possa combatterli. Seduto nella Bala hessar di Kabul, le mani legate e la gamba rotta, io aspetto di vedere cio' che degnerà svelarmi la tenda dell'ignoto e la sorte che mi riserverà questo mondo malvagio.

(cit. in Pakdaman, 1969,p 313).

Gamal al-din al-Afghani puo' essere considerato uno dei 3 pensatori che presentano il periodo della Nahda, della rinascita. Questi intellettuali vissuti tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento sono il frutto del pensiero di un periodo importante che coincide con la spartizione del mondo afro-asiatico tra gli imperi coloniali. La nascita del panislamismo e del riformismo (ISLAH) è fortemente legata alle personalità dei 3 autori e alle loro vicessitudini personali. Essi viaggiono in Europa e si impregnano del clima di modernità e di positivismo nascente e ne escono meravigliati e vogliosi di essere protagonisti di un rinnovamento all'interno delle loro nazioni.Ma il rinnovamento del pensiero islamico trova anche la strada per affermare una identità personale che è la visione di una nazione panislamica contrapposta all'invasione coloniale da parte delle potenze occidentali.
Afghani, autore enigmatico e' reputato la prima figura dell'intellettuale ideologo quasi militante. la particolarità della sua personalità trova forza dalle sue origini non chiare, e dalla sua capacità di indossare diversi abiti nazionali e diverse concezioni religiose. Il suo progetto di ristrutturazione dell'Islam prendeva spunto dal fascino del progresso emergente e si impregnava di dottrine prettamente politiche per creare una nazione islamica che andasse al di là dei conflitti interni, quali quelli tra sunniti e sciiti, per questo motivo l'occultamento della sua identità trovava uno spunto etico come nelle pratiche della taqyya, che permettevano agli sciiti di non svelare la loro dottrina per scampare alle persecuzioni.
Afghani lo si ritroverà in diversi Paesi tra seminari e salotti, tra conferenze nelle varie università e nelle controversie con Ernest Renan, famoso orientalista dell'epoca, sul rappoto tra scienza e islam.

Qualunque persona un po' istruita nelle cose del nostro tempo, vede chiaramente l'inferiorità attuale dei paesi musulmani, la decadenza degli stati governati dall'Islam, la nullità intellettuale delle razze che ottengono unicamente da questa religione la loro cultura e la loro educazione.(Renan, 1883, p 32)

Afghani risponderà:
Se è vero che la religione musulmana è un ostacolo allo sviluppo delle scienze, perchè non possiamo affermare che questo ostacolo un giorno scomparirà? In che cosa la religione musulmana si differenzia su questo punto dalle altre religioni? Tutte le religioni sono tolleranti, ciascuna a suo modo. La religione cristiana, intendo dire la società che segue la sua ispirazione e i suoi insegnamenti e di cui essa ha contribuito a formare l'immagine, è uscita dal primo periodo al quale ho appena fatto riferimento: essa è ormai libera e indipendente, e sembra avanzare rapidamente nella via del progresso della scienza, mentre la società musulmana non si è ancora liberata.
(in Goichon, 1942, p12)

Nella suo pensiero, la tradizione e la identità reale, risultano antitetiche al processo di modernizzazione; l'elemento religioso rimane pero' coesivo per l'identificazione politica.Le riflessioni di Afghani e le sue intuizioni sono all'origine di gran parte delle idee che tutt'ora si trovano al centro del dibattito nell'islam contemporaneo

2006/09/24

Ramadan e il senso del digiuno

Ramadan e il senso del digiuno

foto di Pitt belgica

Oggi è il primo giorno di Ramadan, qui a Damasco, e sembrerebbe quasi tutto normale, nel senso che la gente non si dimena per i crampi allo stomaco e non sviene per strada, anzi per la maggioranza sono tutti contenti di iniziare questa sorta di purificazione. Il ramadan viene celebrato per ricordare quando Mohammed ricevette la prima rivelazione coranica e il digiuno sembra sia stato istituito perché tutti i fedeli adulti potessero essere provati dal sentimento della pietà. Io mi chiedo se ci sarebbero inoltre delle virtù terapeutiche nel mangiare una volta al giorno e di privarsi di acqua? Davvero il fisico beneficia di questa usanza religiosa? Ho sempre pensato che la religione avesse uno scopo educativo per le masse, di preservarle da cattive abitudini o di tutelarle in virtù del loro benessere fisico, un po? come si può spiegare il divieto di mangiare la carne di maiale per questi popoli che abitano territori che possono raggiungere temperature elevatissime e la carne di maiale ricca di grassi potrebbe creare effetti collaterali al corpo.

L?unica cosa che mi sembra differente rispetto agli altri giorni è che questo giorno è coinciso con il cambio della mia casa di cui ho scoperto che la porta d?entrata è precisamente in fronte a una moschea e le mie orecchie continuano a sentire l?Adhan (il canto di richiamo ai fedeli) anche quando sta in pausa e soprattutto ieri notte sembrava che il muhazin fosse seduto sul mio letto amplificato come una cassa da non so quanti watt?Pensavo che adesso che la temperatura è più fresca il mio corpo ha più impulsi a richiedere il cibo e forse il senso del ramadan è quello di evitare di iniziare a mangiare o stramangiare prima dell?arrivo dell?inverno in cui le nostre pance aumentano di volume, almeno la mia si; o un?altra spiegazione potrebbe essere quella di abituare gli uomini di Allah a saper rinunciare anche ai beni necessari e di sostentamento in modo da renderli più forti psicologicamente?non sarebbe male intendere il ramadan come uno sforzo a dominarsi contro ciò che lede il fisico, non so ad esempio: sigarette, alcool, caffè, medicine, droghe?nella nostra cultura cristiana esistono dei ?divieti? sull?alimentazione o almeno esistevano nel passato: nel VI sec, il digiuno durante la quaresima venne esteso dalle 40 ore, la durata del pernottamento di Cristo nel sepolcro, a 40 giorni, in cui si permetteva un solo pasto al giorno, fino ai tempi moderni in cui si dovrebbe evitare di mangiare la carne il venerdì, per 40 giorni (anche se qui in Siria i cristiani non se ne nutrono per tutta la durata della quaresima), ma quali sarebbero i pro? Ci sarebbe un richiamo prettamente inerente al sacrificio del corpo di Cristo, ma quali le virtù per il fisico dell?uomo?

La tradizione del digiuno è presente nell?antichità in svariate culture in cui la sospensione delle attività fisiche comportava una quiete simbolicamente paragonabile a quella della morte o a una condizione pre-natale. Per altri popoli significava propiziare la fecondità, per gli indigeni dell?America settentrionale serviva a scongiurare catastrofi ambientali e per gli inca, maya, atzechi

e assiro babilonesi, il digiuno aveva la funzione di placare l?ira degli dei; anche tra gli ebrei il digiuno è praticato durante l giorno dello Yom Kippur, il giorno dell?espiazione.

Il Corano è un libro che scandisce dettaglio su dettaglio lo stile di vita dell?uomo musulmano, forse perché certa gente ne ha bisogno, ha bisogno di una guida che gli descriva come vivere, un po? come il libro di Umberto Eco che minuziosamente spiega anche al più pigro e al più imbranato studente come imbarcarsi in una ricerca bibliografica o consiglia di rivolgersi al consulente che lavora in biblioteca?tempo fa parlando col mio prof. Pellegrini, sul perché l?uomo debba prendere per orocolato le parole di un libro cosiddetto sacro, quando a mio parere è possibile sentire o ascoltare che esiste un dio dentro di noi o comunque un?etica a cui fare riferimento, egli mi rispose proprio così, che nel diversificato mondo certa gente necessita di certezze su cui contare per vivere meglio e che la forma scritta di un libro, ovvero il suo linguaggio comunicativo è sicuramente riduttivo di una grandezza quale quella divina, ma che per essere comunicata ha bisogno di una forma materiale?

2006/09/22

L'eta dell'oro


L'età dell'Oro

"Gloria a colui che manifesta le meraviglie delle sue opere nella differenza di condizioni delle sue creature, nelle varietà delle specie del mondo e nella diversità dei suoi aspetti. Egli vede con occhio lungimirante colui che si e imbarcato sui mari e che ha penetrano i deserti. Poiché il viaggio è lo specchio delle meraviglie e la bilancia delle esperienze. In questa relazione di viaggio, uno scrittore di talento, un uomo di merito, intelligente e spirituale ha consegnato, tali come li ha visti, le meraviglie di questi paesi e il modo di essere di questi popoli. Dunque bisogna incitare l?uomo ragionevole a muoversi in altre contrade, al fine di crescere in scienze certe e di superare in poco tempo per il tramite della conoscenza dei servi di Dio, ciò che non avrebbe potuto raggiungere uno che non si muove mai, anche se quest?ultimo avesse vissuto centinaia di anni."

(Frontespizio del diario di Tahtawi, ?L?Oro di Parigi?, 1953)

Il primo impatto della modernità con il mondo islamico, trova la sua coincidenza nel 1798 con la spedizione di Bonaparte in Egitto, inaugurando così la cosiddetta Question d?Orient, ma soprattutto i musulmani iniziano a porsi la questione della propria identità culturale.

Il movimento romantico in Europa aveva iniziato a temperare un approccio negativo nei confronti dell?Islam, questo rifletteva il clima inaugurato dalle crociate e la poco conoscenza inerente ai suoi uomini e al funzionamento delle sue società. Tipico infatti dell?ottocento e del positivismo vigente sarà accompagnare l?impresa militare ad una missione di tipo scientifico. Non a caso la data di fondazione di istituti come l?Institut Francais d?Archeologie Orientale o l?Institute de Damas coincide con le prime spedizioni militari.

Durante tutto il XIX sec in Europa convivono 2 letture dell?Islam: quella dei romantici che vedono nell?Oriente l?ideale purezza originaria, e quella degli Orientalisti e filosofi, per i quali l?Islam è l?impossibilità strutturale alla modernità.

Da parte musulmana è prevalso inizialmente il fascino della modernità; il rigetto e la lotta contro la modernizzazione arriveranno più tardi.

Il carnèt di viaggio di Rifa?Rasi al Tahtawi, uno tra gli studiosi egiziani mandati in Francia per apprendere le scienze esatte, testimonia infatti, il tentativo da parte del mondo musulmano di entrare in contatto con la cultura occidentale per emancipare le proprie nazioni.

Il termine che identifica questo periodo è la parola ?scienza?, vista come sinonimo di emancipazione e perciò identificata col periodo d?oro (turath), gli antichi fasti dell?Islam.

Questo atteggiamento tipico delle elitè musulmane, cioè il mitizzare il passato islamico cercando di farlo incontrare con la modernità, ha evitato di riflettere sulle componenti politiche e sociali e impedito un approccio critico e la formazione di un pensiero progettuale.

L?irruzione della modernità a causa delle varie imprese coloniali, trova le masse impreparate ad essa e divisioni che si schiereranno o dalla parte della modernità o da quella della tradizione.

Il confronto tra gli avvenimenti storico e politici a cavallo tra il XIX e il XX sec e gli avvenimenti culturali, il prevalere della ragione umana sulla ragione divina sono fattori interrelati che confondono e offrono soluzioni diverse ai vari intellettuali musulmanialere della ragione umana sulla ragione divina sono fattori interrelati che confondono e offrono soluzioni diverse ai vari intellettuali musulmani.

2006/09/12

11 settembre +1...5anni dopo

11 settembre + 1 ... 5 anni dopo


Damasco, in Abu Romanae, la zona residenziale e sede delle ambasciate è scoppiata stamane un?autobomba. Tre dei 4 terroristi sono morti e uno dei soldati che faceva la guardia alla sede dell?ambasciata americana. Mi reco nel primo pomeriggio all?ambasciata per capire un po? cos?è successo, abu romanae è facilmente percorribile, solo la strada in cui è avvenuto l?attentato è chiusa al traffico. Pochi soldati e la televisione egiziana testimoniano che in quel luogo è avvenuto qualcosa che merita un po? di attenzione e qualche macchina con vetri spaccati e la vetrinetta in cui vegliano i militari presentano i segni di armi da fuoco, i muri e i cocci di vetro in strada, la macchina che è esplosa è stata appena portata via.
I militari non sembrano disturbati dalla mia presenza, anzi mi accosto a loro chiedendo un po? di informazioni, ma non sanno chi fossero gli attentatori, sicuramente arabi. L?ambasciata americana è imponente e alte mura la proteggono, la passerella di mercedes con vetri oscurati attraversa il luogo in cui i combattimenti hanno ucciso i tre uomini incappucciati e un soldato. Una lieve calma ormai incombe sulla zona: non posti di blocco visibili, 4 militari dormono in una vettura, il traffico di taxi e di service continua a ingombrare la capitale siriana come se niente fosse successo. Si spera che dall?ultimo attentatore rimasto in vita si possano estrapolare notizie utili per evitare che questi attacchi si ripetano ancora una volta.

2006/09/09

Napoleone docet

Napoleone Docet




Egitto 30 giugno 1798 a bordo dell'Orient,
Napoleone si rivolgeva cosi' alle sue truppe:

"I popoli con i quali noi dovremo vivere sono maomettani; il loro primo articolo di fede e' questo:
"Non c'e' altro Dio che Dio e Maometto e' il suo profeta".
Non dovete contraddirli, dovete agire con loro come abbiamo agito con gli Ebrei, con gli italiani; dovete avere riguardo nei confronti dei rabbini e dei vescovi; abbiate per le cerimonie che prescrive il Corano, per le moschee, la stessa tolleranza che avete avuto per i conventi, per le sinagoghe, per la religione di Mose' e quella di Gesu' Cristo.

(cfr da Charles-Roux, 1936)

2006/09/08

Penso?

Penso?

Ripenso all'uomo che l'altro giorno mi spiava dalla finestra, da un buco poco definito che lasciava intravedere occhio e naso, facendomi sentire come una donna siriana sorpresa da occhi indiscreti senza ejab,
penso all'uomo che lavora nel caffe' che e' costretto a lasciare damasco per non si quale problema con la polizia segreta e che vorrebbe trasferirsi in Italia inseguendo un sogno difficile da avverare ostacolato da leggi bossi-fini tuttora vigenti...
Penso al carretto dei meloni trainato da un cavallo che non puo' far marcia indietro quando intasa il traffico e si porta con se' un pezzo di muro.
Penso alla mia vicina di casa 19enne sposata da 4 anni che mi racconta che non fa piu' sesso col marito e mi mostra i suoi completini intimi che non puo' piu' indossare poiche' e' schiava delle leccornie del suo universo casalingo,
penso che mi propongono di lavorare come servitrice di bevande all'interno di un hotel di lusso, pagandomi piu' di un padre di famiglia,
penso agli internet point bloccati dal governo e riaperti dopo un lungo colloquio tra servizi segreti e gestori di questi,
penso alla mia amica che e' volata via stamattina alle 5 e io immobile nel mio letto immaginavo di sognare
Penso alla festa di qualche giorno fa con degli uomini che potrebbero essere definiti i mafiosi di altri tempi, che regalano spettacoli di svolazzanti coltelli che leggeri accarezzano le dita,
penso che devo cambiare casa altrimenti mi ritrovero' con l'acqua alla gola in una piscina naturale in pieno inverno,
penso alle vite dei miei amici in italia, ai rave, alle donne in topless, alle disco da urlo...
penso che non imparero' mai il depke, la danza popolare qui in siria, mi piace osservare la gente che si tiene per mano e che canta a squarciagola con quei suoni tanto difficili da imitare,
penso che se mia madre potesse vedere questo paese sarebbe impressionata dalla sua bellezza e dalle contraddizioni cosi' evidenti che fanno sorridere e rendono tristi allo stesso tempo,
penso che restero' qui per un po' perche' voglio nutrirmi di questi odori e voglio assimilare questa cultura, e' necessario farla conoscere per quella che e' senza cercare di cambiarla da chi non ne carpisce l'essenza.
Aspetto il ramadam che qui e' atteso con impazienza per respirarne l'atmosfera e cibarmi dei cibi che nella notte diventano piu' gustosi per gli uomini di allah...Penso ma adesso torno a vivere...