Volevo raccontarvi una delle esperienze che resterà impressa nella mia memoria per sempre:
la visita ad alcune comunità aborigene sulle montagne al sud di Taiwan.
Gli aborigeni sono gli abitanti nativi e originari dell'isola, le loro caratteristiche fisiche e somatiche sono differenti da quelle dei Taiwanesi: la loro pelle è leggermente più scura, gli occhi sono più a mandorla e la costituzione è più robusta.
E' cominciato tutto grazie al fatto che Matte frequenta qui un'universtà cattolica, la Fujen Catholic University ed insieme a JP, sono riusciti a prendere contatti con una suora, che ci è venuta a prendere alla stazione di Taidong.
Il viaggio è durato 7 ore, ma è stato abbastanza piacevole, grazie alle meraviglie dei paesaggi che quest'isola tropicale offre: superbe montagne che si innalzano su distese di palme sottilissime, campi in cui contadini con cappelli a punta lavorano con bambini in fasce a tracollo e il mare dalla quale emergono massi neri di origine vulcanica...non potevo staccarmi dal finestrino e dalla porta di accesso al treno, sì, perchè qui non è indispensabile che le porte del treno siano chiuse, così puoi adagiarti sugli scalini e contemplare il paesaggio, l'adrenalina si alza e rabbrividisci alla visione di tanta bellezza.
Alla stazione è venuta a prenderci sister Maria, l'abbiamo riconosciuta subito anche se non portava il velo consuetudinario e ci ha riconosciuto
subito anche lei, non è molto usuale vedere tanti stranieri da queste parti, così ci dirigiamo verso il suo fuoristrada, carichiamo gli zaini e via, ma per andare dove? Siamo tutti in silenzio un pò imbarazzati, nessuno di noi a parte Matte parla il cinese e l'inglese della sorella non è molto buono, così restiamo in silenzio a guardare incuriositi il posto e a non capire cosa ci aspetterà .
Sister Maria ci accompagna in un convento e va via, ad accoglierci è un prete svizzero dai grandi occhi verdi, un pò pelato e non vestito da prete, ci sorride e chiede in cinese di dove siamo, d'improvviso fase babelica in cui il prete alterna cinese, inglese, italiano, francese e tedesco, lasciandoci strabiliati e a
bocca aperta...Ci chiede un pò che intendiamo fare nei giorni che ci fermeremo e ci accompagna ai piani superiori per mostrarci le nostre camere. Non ci aspettavamo tanta gentilezza e una stanza per ognuno, con annesso un bagno, un balconcino, piumoni per la notte, asciugamani puliti e saponi, non avevo mai avuto una stanza così grande e con il letto ricoperto da una zanzariera bianca utilissima...Troppi mosquitos! Non sapevamo come ringraziarlo, tutti troppo felici decidiamo di esplorare la cittadina cercando qualche posto in cui cenare.
Per strada la gente sorridente ci chiama da dentro i ristoranti chiedendoci se vogliamo accomodarci, troviamo un posto abbastanza accogliente in c
ui si mangia molto bene e divoriamo tutto, siamo un pò stanchi, ma con la voglia di dirigerci verso il mare, dopo un pò, l'oceano davanti ai nostri occhi, spumeggiante e mosso, ci avviciniamo salendo sopra alle rocce che sembrano elegantemente adagiate al suolo, proprio per mostrarci l'imponenza delle onde infrangersi contro...sensazioni miste a paura e partecipazione con l'immensità della natura. Morale della favola, torniamo al convento dopo aver preso un taxi perchè non trovavamo più la strada inzuppati fradici fino al punto vita!
Parte IIIl risveglio di questo giorno è stato reso veramente piacevole da una super colazione trovata sulla tavola del convento, tutta a base di prodotti provenienti dall'orto: frutti tropicali come il sugar apple, o di miele, cereali, marmellate...Alle 8 un furgoncino ci attende con 2
sorelle e una cinese,Yen, che ci farà da guida in inglese, montiamo su e ci portano a visitare i vari villaggi aborigeni, le varie famiglie che di solito le sorelle vanno a trovare, alcune molto disagiate, che abitano in case di latta, alcune senza servizi igienici, altre con una marea di bimbi vestiti di pezzei, che alla vista di una caramella sorridono come se avessero ricevuto il regalo + bello del mondo...Gente semplice che vive di poco, che vive immersa nella natura ma in case senza alcun comfort...
Il pranzo c'è stato gentilmente offerto da alcune suore che ci hanno veramente deliziato e consumato in compagnia di tanti bambini incuriositi di cui siamo stati le giostre ambulanti e da un prete tedesco che ci ha illiustrato la sua missione in questi villaggi: quella di insegnare almeno a un membro di ogni famiglia la pratica della riflessologia, sarebbe quella dottrina che cura le malattie e i problemi fisici tramite i massaggi ai piedi. Qui a Taiwan è parecchio diffusa, ci sono diversi centri in cui puoi provare il massaggio ai piedi, dolorosissima! Tramite questa pr
atica si capisce se si hanno dei problemi ad alcuni organi...Il prete ci spiegava che la medicina non da molto peso alla riflessologia, ma lui sosteneva che questo metodo permette di curare i vari organi in correlazione agli altri, cosa che la medicina ufficiale non fa, perchè tende a curare una sola zona senza far riferimento al resto del corpo. "Il nostro corpo è un microcosmo, bisogna salvaguardarlo in toto".
Le sorelle col furgoncino ci hanno portato a visitare diversi posti, quali: un museo primitivo aborigeno, con tutti gli utensili e costumi tradizionali e vari villaggi limitrofi...Instancabili e sorridenti e senza pretendere nulla solo con l'interesse a farci conoscere quella cultura...
Sono rimasta abbastanza in silenzio tutta la giornata e a pensare alle differenze tra la vita su queste montagne, immerse in una tranquillità quasi aliena e alla rumorosa Taipei, scintillante di luci, di schermi giganti , di gente che corre e che insegue il tempo...in questi villaggi il tempo non ha bisogno di orologi, ma è la natura che lo segna...Guardavo i paesaggi e pensavo che magari prima o poi mi sarei stabilita lì, magari con una connessione internet x non perdere il contatto col resto del mondo, non mancherebbe più nulla: pace, armonia, gente semplice di sorrisi veri...
Ritorno al convento e immersione nel caldo letto con le riflessioni della giornata, in attesa del domani...
Parte IIISveglia e dolcissima colazione e stavolta Yen, la guida, viene a prenderci con la sua ma
cchina senza sorelle...Io mi sento dentro quei film on the road con colonne sonore non conosciute ma dal fascino infinito dell'inaspettato...Yen è una donna abbastanza piacevole e allegra e io sono molto curiosa di sapere come mai ha tutto sto tempo da perdere con 4 ragazzi stranieri, ma si diverte anche lei, con noi si sente più giovane, oggi è in tenuta sportiva con un paio di Jeans attillati e una grande carica di chi vuol mostrarci tutte le meraviglie possibili...
Ci mostra le coltivazioni di the, ci porta a visitare un centro culturale di alcuni aborigeni che danzano e cantano per i turisti canzoni tradizionali, una cosa un pò commerciale ma c
he almeno ha la funzione di tenere viva una cultura, ci porta a pranzo a casa sua, con sua madre, suo padre, i suoi zii appena tornati dall'Africa, tutti gentilissimi che in continuazione ci riempiono le tazze di the e ci mostrano fieri le loro attività ...che ospitalità ...nel pomeriggio andiamo a visitare un tempio buddista e taoista insieme, io mi porto dietro un bastone della fortuna, convinta che fosse un souvenir...combino sempre guai! l'ho dovuto rispedire tempo dopo con milioni di scuse...
Infine conosciamo sorella Caterina, una suora fuori dal comune: troppo simpatica, camminava tenendomi a braccetto e se mi avesse vista mia nonna non c'avrebbe creduto!Sono mol
to abbastanza scettica per quanto riguarda la religione. Ci fa conoscere un'anziana che vive da sola e che parla un dialetto aborigeno quasi estinto, neanche lei la comprende! La chiamano la nonna dei polli, perchè vive in questa casetta di latta con tutti sti polli amici suoi, lei cammina a 4 zampe e sarà alta poco più di un metro, la casa è malodorante piena di escrementi di galline e anche suoi, ma è sorridente ed è contenta che le facciamo le foto, io gliene mostro una dalla macchinetta digitale, lei mi sorride, ma non so se ha capito, avrà sull'ottantina ed è tutta nera, ma tanto tenera...altro che influenza aviaria, il suo contatto con la realtà è fatto di un mondo a contatto solo coi pennuti!
Cena coreana con sister Caterina in un ristorantino carino, siamo stanchi e non connettiamo più, ma contenti e euforici, la suora è proprio forte!
Grazie a questa esperienza il mio rigetto verso la religione cattolica s'è un pò alleviato...I missionari aiutano tanta gente disagiata e sono persone molto cordiali e senza pregiudizi.
Finisco qui questa esperienza con un abbraccio alla suora alla stazione, fra mille regali: frutti, canne da zucchero, pannocchie e sorrisi...