A Gaza non esiste solo Hamas
"A Reality on the world"
Esistono diversi tipi di realtà all'interno del nostro Mondo. Diversi punti di vista e contesti. Diversi sono i Paesi e i popoli. E certe storie regalano brezza lieve di nuova conoscenza. Là, dove non è possibile conoscere ogni angolo di questa Terra, è però possibile comunicare visioni e sfaccettature, a chi sarà interessato a leggerne le storie.
2008/12/31
2008/12/29
La Recta via
(foto scattata ad Hama, in uno zoo itinerante)
Aspetto le chiavi … come se fossi san Pietro al suo esordio di guardiano del Paradiso … mestruata e addormentata, attendo di fronte a una tele inglese da i sottotitoli arabi: un ventilatore a forma di cigno, una bottega disordinata in fronte a me. I miei occhi bruciano, poche ore ho trascorso alla corte di Morfeo. Al cospetto della notte, a lume di fioche candele e di bianchi bicchieri di Araq, sulla sponda dell'oramai prosciugato fiume Barada, il mio amico sgranava gli occhi nervosamente … cosciente, estremamente cosciente del mal di vivere del nostro mondo. Cosciente dei valori della tradizione, cosciente della situazione politica internazionale, cosciente del tempo speso con la sicurezza locale. Non tregua, incubi che fan prudere la materia grigia rimasta in.
Scappare, andare, tornare, vivere, bombardare … la retta via … la recta via … il cammino del disilluso, il cammino di chi è ferito e vuole ferire, arrabbiato … l'ira lo rende malato, i suoi movimenti nevrotici, rivelano la sua sofferenza.
"Ci vogliono bruciare, li brucerò prima che ci brucino completamente …"
Può la vendetta essere utile? Può servire a qualcosa?
"Manu, Manu, ci stanno bruciando, dovranno patire quello che stiamo soffrendo noi!
Il mio amico urlava nella notte, il buio ingoiava i suoi pensieri. Magro, scarno, curvo … poca carne che potesse preservare il suo cervello...
2008/12/28
Da Gaza
(foto scattata alla prigione al-Khiam nel sud del libano, gli israeliani hanno utilizzato questa prigione per le torture contro gli Hezbollah)
Ovviamente non si fa più caso ai morti a Gaza degli ultimi giorni, realmente son diventati solo numeri, magari da giocare a lotto. Si pensa che la colpa di tutto sia di Hamas e che le vittime israeliane rispondano agli attacchi palestinesi...
Ho trovato il blog di Vittorio Arrigoni, che si trova attualmente a Gaza, mi son trovata d'accordo con lui che manda a fanculo coloro che ripetono le notizie come se fossero il copione di uno spettacolo teatrale, finto...
Riporto l'ultimo suo post:
Il mio appartamento di Gaza dà sul mare, una vista panoramica che mi ha sempre riconciliato il morale, spesso affranto da tanta miseria a cui costretta una vita sotto l'assedio.
Prima di stamane. Quando dalla mia finestra si è affacciato l'inferno.
Ci svegliati sotto le bombe stamane a Gaza, e molte sono cadute a poche centinaia di metri da casa mia.
E amici miei, ci sono rimasti sotto.
Siamo a 210 morti accertati finora, ma il bilancio è destinato drammaticamente a crescere. Una strage senza precedenti. Hanno spianato il porto, dinnanzi a casa mia, e raso al suolo le centrali di polizia.
Mi riferiscono che i media occidentali hanno digerito e ripetono a memoria i comunicati diramati dai militari israeliani secondo i quali gli attacchi avrebbero colpito chirurgicamente solo le basi terroristiche di Hamas.
In realtà visitando l'ospedale di Al Shifa, il principale della città, abbiamo visto nel caos d'inferno di corpi stesi sul cortile, alcuni in attesa di cure, la maggior parte di degna sepoltura, decine di civili.
Avete presente Gaza?
Ogni casa è arroccata sull’altra, ogni edificio è posato sull'altro, Gaza è il posto al mondo a più alta densità abitativa, per cui se bombardi a diecimila metri di altezza è inevitabile che compi una strage di civili. Ne sei coscente, e colpevole, non si tratta di errore, di danni collaterali.
Bombardato la centrale di polizia di Al Abbas, nel centro,
è rimasta seriamente coinvolta nelle esplosioni la scuola elementare lì a fianco.
Era la fine delle lezioni, i bambini erano già in strada, decine di grembiulini azzurri svolazzanti si sono macchiati di sangue.
Bombardando la scuola di polizia Dair Al Balah, si sono registrati morti e feriti nel mercato li vicino, il mercato centrale di Gaza. Abbiamo visto corpi di animali e di uomini mescolare il loro sangue in rivoli che scorrevano lungo l'asfalto. Una Guernica trasfigurata nella realtà.
Ho visto molti cadaveri in divisa nei vari ospedali che ho visitato, molti di quei ragazzi li conoscevo. Li salutavo tutti i giorni quando li incontravo sulla strada recandomi al porto, o la sera per camminando verso i caffè del centro.
Diversi li conoscevo per nome. Un nome, una storia, una famiglia mutilata.
La maggior parte erano giovani, sui diciotto vent'anni, per lo più non politicamente schierati ne con Fatah ne Hamas, ma che semplicemente si erano arruolati nella polizia finita l'università per aver assicurato un posto lavoro in una Gaza che sotto il criminale assedio israeliano vede più del 60% popolazione disoccupata.
Mi disinteresso della propaganda, lascio parlare i miei occhi, le mie orecchie tese dallo stridulo delle sirene e dai boati del tritolo.
Non ho visto terroristi fra le vittime di quest'oggi, ma solo civili, e poliziotti.
Esattamente come i nostri poliziotti di quartiere, i poliziotti palestinesi massacrati dai bombardamenti israeliani se ne stavano tutti i giorni dell'anno a presidiare la stessa piazza, lo stesso incrocio, la stessa strada.
Solo ieri notte li prendevo in giro per come erano imbacuccati per ripararsi dal freddo, dinnanzi a casa mia.
Vorrei che almeno la verità donasse giustizia a queste morti.
Non hanno mai sparato un colpo verso Israele, ne mai lo avrebbero fatto, non è nella loro mansione. Si occupavano di dirigere il traffico, e della sicurezza interna, tanto più che al porto siamo ben distanti dai confini israeliani.
Ho una videocamera con me ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman,
non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime.
Non ce la faccio. Non riesco perché piango anche io.
All'ospedale AL Shifa con gli altri internazionali dell'ISM ci siamo recati a donare il sangue. E lì abbiamo ricevuto la telefonata, che Sara, una nostra cara amica è rimasta uccisa da un frammento di esplosivo mentre si trovava vicino alla sua abitazione nel campo profughi di Jabalia. Una persona dolce, un'anima solare, era uscita per comprare il pane per la sua famiglia. Lascia 13 figli.
Poco fa mi invece mi ha chiamato da Cipro Tofiq.
Tofiq è uno dei fortunati studenti palestinesi che grazie alle nostre barche del Free Gaza Movement è riuscito a lasciare l'immensa prigionia di Gaza e ricominciare altrove una vita nuova. Mi ha chiesto se ero andato a trovare suo zio e se l’avevo salutato da parte sua, come gli avevo promesso.Titubante mi sono scusato perchè non avevo ancora trovato il tempo.
Troppo tardi, è rimasto sotto alle macerie del porto insieme a tanti altri.
Da Israele giunge la terribile minaccia che questo è solo il primo giorno di una campagna di bombardamenti che potrebbe protrarsi per due settimane.
Faranno il deserto,
e lo chiameranno pace.
Il silenzio del "mondo civile" è molto più assordante delle esplosioni che ricoprono la città come un sudario di terrore e morte.
Vittorio Arrigoni
Vik in Gaza
Vittorio Arrigoni
blog: http://guerrillaradio.iobloggo.com/
websites della missione: http://www.freegaza.org/
e www.palsolidarity.org
telefono (no sms) 059 8378945
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2008/12/27
2008/12/11
2008/12/07
أيامي
أيامي تمر مثل صور ملصقة في الذاكرة
أحيانا" رأيتني في المرآة و لا أفهم من يوجد في الصورة.
أيامي تمر كعيوني التي تمشي في الشوارع.
أتنفس عطر الزمان فترة و أرى صورتي في المرآة
سمعت صوت الليل.
هو كان خفيف
لأنه خائف من الأنسان.
تكلمتمعه بصوت خفيف.
كنت خائفة من الليل...
عانقت وسادتي
انتظرت اجابات ساطعة
بينما الظلمة انتظرت الشمس...
الاجابة كانت بدون كلمات
كان النور شعاع من السماء...
لماذا الانسان يحتاج شغرات الترجمة؟!
لغة الحياة تخطف حلم الحياة.
لا توقظني, لا توقظني