Quando l'Uomo si innalza a dio: Tadmur, la citta' nel cuore del deserto
Quando l'Uomo si innalza a dio:Tadmur, la citta' nel cuore del deserto
Quanto l'Uomo puo' collaborare con le proprie mani alla costruzione di colossali opere talmente mstiche da far perdere cognizione di tempo e spazio? Strutture che resistono al tempo, solide, distrutte solo dalle battaglie del potere per la smania di grandezza.
All'alba e mi trovo nel deserto siriano, la luce inizia a colorare le pietre
che inizio a intravedere, le sfumature variano dal rosa all'arancio, il cielo sopra di me e' immenso e sto in mezzo al nulla, ne' macchine, ne' gombranti palazzi, solo sabbia e rocce¦ i miei occhi assopiti dalle poke ore di sonno si aprono seguendo l'™arrivo dei nuovi raggi di sole e alla vista delle colossali colonne che si ergono silenziose, qui dove sembra essersi fermato il tempo. Immagino di essere uno dei viaggiatori che per la prima volta urto' una di queste importanti pietre sepolte dalla sabbia e dal tempo per resuscitare questa affascinante citta' . Il colonnato coi ricchi capitelli si erge superbo per 1,2 km e conduce all'interno della citta'.
Tadmor e' menzionata in alcune tavole scoperte a Mari risalenti al II millennio A.C. e in alcuni passi della bibbia.
Da qui passarono gli assiri, i persiani e i seleucidi, impero creato dal generale di Alessandro Magno. La citta' era un'importante tappa x le carovane che dal mediterraneo si dirigevano verso la mesopotamia e l'™ar
abia, considerata la sua posizione lungo l'antica via della seta che univa la cina e l'™india all europa. Nel corso del I e II sec D.C. i romani giunsero nella citta' ribattezzandola Palmira, citta' delle palme, ai tempi, l'oasi che ancora sopravvive nelle vicinanze delle rovine, oggi abitata dai beduini, doveva essere moto piu'estesa, in grado di soddisfare le esigenze di una intera citta'.
I personaggi storici che si imbatterono e che fremevano per dominare tadmur, sono talmente tanti che e' difficile stilarne un elenco, ma mi sembra il caso di menzionare la regina Zenobia, di cui e' possibile ammirare diversi rilievi all'™interno dei vari templi,l'episodio piu glorioso, che avrebbe portato al declinio della città , ebbe inizio con l'assassinio di Odenato (267), colui che sconfisse i
sasanidi, antichi nemici dei romani .
Zenobia la sua seconda moglie, prese il comando della città , ma roma nn volle riconoscerla perche' sospettata di essere coinvolta nell'assassinio del marito, e mando' un esercito per spodestarla, ma la battagliera regina non si arrese e riusci a sconfiggere l'esercito romano estendendo la battaglia sino a Bosra, allora capitale della provincia araba e invase l'™egitto, dichiarando la sua indipendenza da Roma e con la Siria, la Palestina e una parte dell'egitto sotto il suo controllo, divento' cosi' potente da destare l'™attenzione di Aureliano disposto a trattare, ma ella prese un cammello, attraverso' il deserto pronta a recarsi in persia per chiedere rinforzi al sultano e fu catturata nei pressi dell'eufrate e fatta sfilare a roma come trofeo di guerra legata
con catene dell'oro. Si racconta che la regina visse il resto dei suoi giorni a roma in una villa sfarzosa, ma altre versioni riportano che si sia fatta morire di fame piuttosto che finire i suoi giorni come prigioniera. e' a questo punto che Tadmur venne distrutta da Aureliano a causa di una ribellione degli abitanti della citta' in cui vennero massacrati 600 arcieri romani. In seguito Diocleziano la rese una città fortezza e nel 634 cadde nelle mani dei musulmani, di cui la piu' evidente testimonianza si erge al di sopra di un'™altura che sovrasta le rovine, un castello in cui vivevano centinaia di uomini...
...Continuo a camminare e immagino le battaglie susseguitesi nel corso dei secoli, gli animali fatti passare nei sotterranei dei templi per essere sacrificati sugli altari, la gente riunita nell'agora' vestita di bianco con il capo coperto a causa del sole cocente, rinfrescarsi mangiando dell'ottima uva appena colta nella oasi, immagino chi maestralmente e' riuscito a scolpire i rilievi nella roccia, immortalando immagini di bimbi alati e di fiori pregiati, immagino i canti che rimbombano all'™interno dei templi e la regina in groppa a cammelli seduta su stoffe tappezzate di pietre preziose, mentre schiavi sudati in massa innalzavano colonne pesanti.
Il sole e'ormaii alto e ho camminato a lungo nel deserto, affascinata dalle scritte in
aramaico su busti adagiati al suolo,cercando di cogliere i particolari che ancora vividi regalano spezzoni del passato, mi intrattengo a parlare coi beduini che cercano di vendermi collane e bracciali dell'argento a poco prezzo, vedo sfrecciare uomini su moto imbastite con tappeti colorati e kefie al vento, mi adagio a rinfrescarmi con l'ultima arancia che ho con me prima di scalare la lunga e rocciosa collina su cui si erge il castelloche fu abitato da saladino e di rinfrescarmi col the offerto dal guardiano che incredulo ride vedendomi arrivare dalla montagna invece che dalle scale nella parte posteriore al castello. La mia testa e' ormai pesante, ogni minimo sbalzo amplifica i miei sensi, niente vale prendere un'aspirina ma non e'importante, e' il peso della storia e io cosi' piccola mi inchino a tanta magnificenza. Cammino lasciando il deserto, senza meta, cercando di raggiungere il villaggio, un camion si ferma, un beduino apre la portiera e io salgo, seguita dalla mia compagna di viaggio che mi chiede coi suoi occhi se sia proprio il caso, non le rispondo mi accomodo accanto al beduino che mi offre una sigaretta e mi accoglie con un sorriso mentre io faccio segno ai particolari divertenti del camion e le risate rimbombano nella mia testa, senza parole, ricordo la terra rossa e le rovine come un miraggio regalato dall'™ebrezza per la mancanza d'acqua.