Eredità di sangue
Nel cuore del centro storico di Damasco, pellegrini di Allah si dirigono verso la moschea Omayyade per rimembrare la morte di Husayn, figlio di Ali, nipote caro di Maometto, suo discendente di sangue, ucciso a Kerbala dal califfo Yazid della dinastia Omayyade.
La testa di Hussein si trova all'interno della moschea del suo carnefice e vede l'arrivo di sciiti che giungono da ogni parte del mondo per commemorare la perdita del loro capo e per non essere stati in grado di difenderlo.
La commemorazione del martirio di Husayn prende il nome di Ashura, un rito in cui gli sciiti rivivono il massacro consumato nel 680 a Kerbala, autoinfliggendosi punizioni corporali, tra pianti di donne immedesimate in un passato che continua a vivere il presente.
Damasco è da secoli dimora di diversi gruppi religiosi, tra i quali gli sciiti, o seguaci di Ali.
Secondo gli imam sciiti tutti i loro imam vennero martirizzati, eccetto l'ultimo, che è nascosto e pronto a ritornare sulla terra per riportare la giustizia come Mahdi, il profeta che ritornerà per completare l'opera di Maometto.
In ogni moschea sciita si trova un discendente della famiglia di Maometto e tra decori geometrici e specchietti incastonati per abbellire i luoghi di culto, l'emotività sciita diventa teatro di una vecchia e irrisolta storia che continua a far parlare di sé.
E' notte fonda qui a Saida Zeinab, un'area prettamente abitata da Iracheni, nella capitale siriana.
Ogni anno dell'egira, vengono celebrati 13 giorni di festività, di cui 3 rappresentano la sofferenza di Hussayn e i suoi seguaci nella battaglia contro l'esercito del califfo omayyade Azin.
Le strade pulano di gente che rivive ogni momento dell'antico dramma.
Quando Husayn inviò a Kufa il cugino Muslim ibn Aqi, per verificare alcune notizie ricevute, gli Omayyadi scoprirono il complotto e gli abitanti di Kufa abbandonarono Husayn, partito alla volta della località con un piccolo gruppo di uomini, donne e bambini. Tutti gli uomini vennero uccisi a Kerbala nel 680, eccetto uno dei figli di Husayn, Ali Zain al-Abidin, assassinato poi dai soldati omayyadi.
La tradizione sciita riconduce parte dei loro problemi al senso di colpa per non avere seguito colui che era partito alla volta della loro liberazione, per affermare i loro diritti e mettere fine alle sofferenze dei più deboli.