Buia notte
Alcuna elettricità illumina la mia casa stanotte, solo fioche candele distinguono i miei passi tra queste mura. L’atmosfera inusuale e medievale diventa un po’ tetra ed eccezionale al momento di avviarsi verso il bagno, munita di un fioco accendino, intrapresa la posizione ideale per intravedere la concava tazza turca, sperando che l’accendino non mi scoppi in mano, non poteva rimanere ignota la presenza e la visione del grande contenitore di mazut, ovvero la benzina per alimentare la stufa, è così che metto coscienziosamente fine all’unico spiraglio di luce…In stanza di Marcel, franco-americano, si svolge una festa notturna: una ragazza siriana, un inglese mezzo indiano e un indonesiano si improvvisano musicanti della notte forniti di voci, bottiglie, posate, chitarra, voci e contenitori con semi da scuotere a tempo di musica. Si canta senza parole, ognuno di noi è un suono, una danza, un disturbo, un sottofondo. Si parla in arabo, alternando il dialetto damasceno al forbito fusah, appropriato all’atmosfera antica di questa notte. Ia Saiid…
Si comunica, soddisfatti delle nostre comunicazioni mediate da una lingua comune che non sia l’inglese, ma la complicata e sonora lingua araba. Si traducono proverbi delle lingue native in arabo meravigliandoci delle varie sfumature che è possibile cogliervi.
La moschea di fronte casa canta Allah Allah e noi
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