"A Reality on the world"

Esistono diversi tipi di realtà all'interno del nostro Mondo. Diversi punti di vista e contesti. Diversi sono i Paesi e i popoli. E certe storie regalano brezza lieve di nuova conoscenza. Là, dove non è possibile conoscere ogni angolo di questa Terra, è però possibile comunicare visioni e sfaccettature, a chi sarà interessato a leggerne le storie.

2007/05/05

profani punti di vista di una giornata in verbi deboli tra sbarre che imprigionano Damasco




Profani punti di vista di una giornata in verbi deboli tra sbarre che imprigionano Damasco



Protagonisti della giornata: un libro di grammatica araba, un tavolo appoggia tutto, una finestra con delle sbarre, candele e portacandele, batterie alcaline perlopiù da buttare, una macchina fotografica digitale con annesso schermo danneggiato, voglia di immortalare il momento, la luna, le luci di damasco, il minareto imprigionato tra le sbarre, l’incenso al sandalo, sigarette gitanes blondes, un computer, le mie mani, la necessità di stare da sola, il bambino che sbircia dalla finestra di fronte, allah dal minareto…


Signori e signori è una calda giornata di maggio, anzi propriamente l’anniversario della morte di Napoleone Bonaparte, un sabato festivo per i cristiani, un giorno qualunque per i musulmani. Sveglia alle 8 del mattino, la mia amica alia continua ad agitarsi, ha perso per l’ennesima volta i soldi per strada, deve incontrare la madre venuta da Homs appositamente per lei. Io con un orecchio nel mondo dei vivi e un altro nel mondo dei desapparesidos nel mondo dei sogni cerco di emettere qualche suono in lingua araba, che risulta incomprensibile pure al mio orecchio sveglio, riesco solo a capire che alia necessita qualche soldo per l’autobus e le porgo lo striminzito portafoglio ritornando tra le braccia di Morfeo.


Il sole si affaccia violentemente alla mia finestra stuprando le mie tende bianche è così che capisco che è giunta l’ora per salutare il mio comodo letto, il ripasso dei verbi deboli mi aspetta…scendo le scale per raggiungere la cucina, saluto le 2 italiane che attendono il responso dei fornelli, mentre carico l’unico caffè rimasto in casa, quello turco, lavo le centinaia di tazze e tazzine nel lavello godendomi la rinfrescante sensazione dell’acqua fredda sulle mie mani e braccia, il caffè è pronto, lo porto in cortile con me cibandomi dei gustosi biscotti al pistacchio generosamente lasciati incustoditi sul tavolo…mi guardo intorno, ascolto la musica proveniente dalla cucina…come fanno gli italiani a “settizzarsi” sempre tra loro? Ho il rigetto degli italiani in Syria, sembrerò anche antipatica, ma non ho niente da dire con chi si ostenta a parlare la propria lingua in un paese straniero.


I verbi deboli e la finestra di fronte mi ricordano di avere una macchina fotografica senza schermo visualizzabile, sempre meglio di niente…le voci della gente da qemarie mi strappano un sorriso, riconosco anche le voci di alcuni miei amici, il tutto è condito da urla di venditori, musica araba, lambrette di passaggio, bambini che corrono e si inseguono e il minareto ormai mio caro amico che con la sua luce verde e i suoi ben visibili e rumorosi altoparlanti mi ricorda che sarà sempre lì pronto a dedicarmi una canzone…

foto scattate cercando di interpretare quante volte debba pigiare un bottone per eliminare il flash e inquadrare un settore di immagine, batterie scariche, caricabatteria che fonde le batterie, luce di casa che salta con corto circuito sul dito della mia coinquilina, gente che viene e che va, gente che mi cerca, ma io oggi sono solo per me stessa, candele che esplodono sul candelabri comprato a 5 centesimi per strada di non si sa che tipo di materiale, semplicemente (apprendo oggi), materiale infiammabile…il tempo scorre e le mie foto sono il risultato di una serie di sforzi dis/sovr-umani, come ai tempi della manovella... chissà perché le finestre della mia stanza hanno le sbarre? Delle volte mi piacerebbe liberarle e esplorare i tetti damasceni, forse onde evitare questo…le parabole satellitari sembrano dischi volanti e delle volte mi chiedo se siano posizionati anche loro in direzione della Mecca o se i musulmani preghino nella stessa direzione in cui si rivolgono i satelliti…che bel dilemma…costretta da un bisogno di sopravvivenza è meglio che mi diriga in direzione felafel, ancora dal cielo non piove cibo e dalle immagini del satellite non posso estrapolare del cibo vero, sarebbe proprio comodo, forse bisognerebbe pregare più intensamente in direzione del satellite?








8 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Igni volta che attacco internet, alla strabiliante velocità di 56K (da piangere per la lentezza), apro la tua pagina, sperando di leggervi Damasco, gli amici, i tuoi sogni/film, perchè ho questa brama di sapere, ricordare, sorridere al pensiero di voi lì. Poi per tanto tempo non c'è mai niente di nuovo, penso che forse ti sei stancata di far leggere agli altri cose delle quali non capiranno mai veramente l'essenza...poi ogni tanto invece ti ricordi di scrivere, e pubblichi quello che la tua mente ha partorito magari alle 4 di mattina, o in una serata dove tutti seduti intorno ad un tavolo ridono e bevono arak, e tu scrivi appollaiata sul tuo letto, sola nella stanza. E ogni volta che leggo mi rattristo, faccio dapprima un sorriso, ma poi comincio a pensare al mio tempo passato lì, e mi rattristo, perchè vorrei tornare ma non posso, perchè vorrei parlare con tutti voi ma non posso, e mi limito a leggere, a guardare le foto, sperando sempre di vederci visi amici...sperando di tornare presto.

12:56 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ciao! Ho appena trovato il tuo blog, grandioso! Sono un veterano di siria e medio oriente e studio anch'io arabo. Posso avere la tua email? Tra l'altro penso di tornare in siria giugno via istanbul, e visto che hai fatto lo stessa tratta vorrei avere qualche info.....grazie e saluti alla perla del medio oriente...

Salamat,
Francesco
francescosinatora@libero.it

1:16 PM  
Anonymous Anonimo said...

ps: provo la tua stessa avversione nei confronti degli italiani in siria che vanno a fare i turisti...

Francesco

1:19 PM  
Blogger Manuela Scebba said...

non ti rattristare xchè la volontà riesce a muovere le montagne...e io lo so che tu ritornerai qui e sarai ancora parte di noi, sarai la mia amica che mi farà ridere e urlare allo stesso tempo, toccando i miei piedi mentre io sono riuscita a prendere sonno da una decina di minuti, e li' aprirò i miei occhi sorpresa della tua faccina che ha voglia di parlare, mentre io voglio urlarti contro alle 5 del mattino, ma l'unica reazione possibile sarà un sorriso che constata la tua natura tanto genuina e spontanea...non mi stancherei mai di scrivere ma se la velocità di internet costringe ad addormentarsi sullo schermo del pc, la velocità della vità è impossibile da placare ed è talmente intensa tra vita vissuta e vita pensata e sognata che delle volte i giorni passano... realizzando che sto qui da + di 1 anno...e cara amica penso che sarò ancora qui per poter condividere con te la magia delle atmosfere di damasco...un abbraccio forte

4:02 PM  
Blogger Manuela Scebba said...

hey francesco sarò felice di incontrarti a damasco amo conoscere nuova gente, il viaggio che compirai tra istanbul e aleppo via treno sarà emozionante, i paesaggi che godrai: le montagne, i piccoli paesini ti costringeranno a restare incollato al finestrino...la mia email dovrebbe essere su contatti sul profilo cmq è questa manuscebba@gmail.com
buon viaggio

4:07 PM  
Anonymous Anonimo said...

e mentre il sole cala all'orizzonte, il mio orecchio si tende ancora per percepire una chiamata che non arriverà, abbasserò lo sguardo a terra , mi laverò, e guardando un puntino sul tappeto, di colpo sarò lì o dovunque il mio cuor vorrà.
Un pensierino!
S.

2:10 PM  
Anonymous Anonimo said...

in fin dei conti hai solo cambiato torre ma la tua essenza e' sempre quella...

matte

2:04 AM  
Anonymous Anonimo said...

E piacevole leggerti e riscoprirti. Sembra quasi di essere li con te, mentre guardi dalla finestra con le sbarre il tuo Minareto, e chissà perchè, arrivi a domandarti se "forse bisognerebbe pregare più intensamente in direzione del satellite."
Buona strada.
Manuela

11:54 PM  

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