Il Tramonto di Beirut
Beirut, festival del teatro.
Bevo il secondo bicchiere di vino, mentre ascolto la babele linguistica che si è creata intorno a me.
It’s incredible how much Lebanese people look like Europeans. [___]
La notte è trascorsa perlopiù insonne: 3 a. m. nella casa andava avanti un convito capeggiato da una bottiglia di Araq. Inutilmente cercavo di dormire … while … il mio coinquilino cercava di convincermi quanto fosse inutile andare a dormire per poche ore.
Pensieri in dormiveglia viaggiavano disordinati per l’eccitazione di incontrare la Beirut che di piaghe antiche e nuove continua a sanguinare.
4.30 a.m. , qualcuno varca la soglia della camera, ermetico dormiveglia si svela tra ombre parlanti: mi trovo a rispondere a domande di cui non comprendo il senso, catapultata nel mondo reale ma allucinato di un dialogo tra un ubriaco e una sonnambula.
Il dialogo è suggerito dal senso di colpa di uno e dal sonno interrotto dell’altra.
- Manu sono ubriaco… parlavo col nazi e mi sono ubriacato, di nuovo, poi ci siamo trombati a vicenda…
- buon per te… dormivo, ma che ore sono?
-le 4 e 30, comunque scherzavo, magari lo avessi fatto selvaggiamente!
-L’ho sempre detto che in fondo sei un po’ gay…
-no, Manu, non mi frega niente del sesso…
-ecco adesso passi da un estremo all’altro…
- ho provato tutto nella mia vita, il sesso è già passato, ho sperimentato cose che non immagini…
-adesso mi sembri un vecchio, niente si ripropone nella stessa forma e sostanza, sembri quasi pronto a morire perché ormai saturo di esperienza…
Dopo mezz’ora di surreale conversazione, sono ormai troppo sveglia per ritornare tra le braccia di Morfeo. [___]
Beirut: ho appena svuotato il secondo bicchiere di vino. Tre tedeschi parlano tra di loro in una lingua a me sconosciuta, mentre io scrivo con pennarello rosso sul taccuino giallo, riempiendo pagine da destra a sinistra, in un mix ovattato di voci e volti per niente familiari.
Ieri un mio quasi amico è andato via con uno sconosciuto, dopo una serata trascorsa in un night club.
Il mio amico è stato picchiato e derubato.
Il mio amico è scioccato.
Stamane ripeteva che Beirut dovrebbe essere bombardata e rasa al suolo. Il mio amico è americano e anche iraniano.
Il mio amico è stato scaraventato fuori da una macchina in corsa.
Il mio amico è gay.
Piangeva sul ciglio della strada, inconsapevole di dove si trovasse. Un uomo lo ha raccolto e accompagnato a casa, l’uomo gli ripeteva di non piangere e il mio amico esplodeva di lacrime represse.
Il mio amico è gay.
È tornato a casa con i morsi di un vampiro sul collo e piangeva anche dalle ferite sanguinanti.
I tedeschi ipotizzano teorie sulla questione libanese in linguaggio criptico, mentre i libanesi sorseggiano vino francese, vestiti da europei.
“the sexalised images of Israel in the Arab Imaginary” è il nome di un video screening in programma.
Damasco sembra così lontana, neanche l’ombra di ejab nella sala, non donne con masochistici spilli che chiudono il velo sulla bocca, no islamic style nella sala, ma braccia nude e capigliature folte. Sono sicura di trovarmi in Medio Oriente?
Una nave americana si trova sulla costa libanese e tende di Hezbollah riempiono spazi vuoti attorno alla grande moschea.
Come scoprire cosa nasconde il contenitore?
Il mio amico gay vuole tornare in America, mentre una donna al botteghino dei libri, mi guarda e mi chiede da dove vengo e dove ho imparato l’arabo.
- Bi Sham (In Sham)- rispondo io.
Il suo naso si inclina e raggiunge la fossa adiacente alla bocca.
Il mio accento damasceno, in ogni caso, è ormai riconoscibile.
Mi giustifico con la scusa che la vita a Damasco è più economica, lei sorride, lasciando da parte le ostilità tra vicini di casa.
- Ahlan fi Beirut… (Benvenuta a Beirut)
Carri armati costeggiano le strade e soldati con fucili sostano davanti al luogo della morte di Hariri.
L’aria è umida, l’odore del mare fa dimenticare i proiettili sui muri delle case.
Un tassista ci porta sul mare, sembra felice, ci lascia il suo numero di telefono, gli stiamo simpatci, lo dimostra mischiando un po’ di italiano, francese, tedesco e arabo, scatenando una risata collettiva.
Il mare è calmo, un bambino e una donna danno la caccia ai granchi, tutti eccitati di racimolarne tanti e di diverse taglie. Per un attimo i conflitti sembrano scomparire tra le chele chiuse del crostaceo.
Il tramonto arriva su Beirut e il sole bacia il livello del mare, lo spettacolo mi ricorda che Beirut non è mai tramontata completamente, ogni giorno tramonta un po’ di più…
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