"A Reality on the world"

Esistono diversi tipi di realtà all'interno del nostro Mondo. Diversi punti di vista e contesti. Diversi sono i Paesi e i popoli. E certe storie regalano brezza lieve di nuova conoscenza. Là, dove non è possibile conoscere ogni angolo di questa Terra, è però possibile comunicare visioni e sfaccettature, a chi sarà interessato a leggerne le storie.

2008/02/01

Ask to the Dust...

Ask to the dust...


Ricordo di aver letto "Ask

to the d

ust" qualche anno fa, il titolo era sorprendentemente invitante, il contenuto del libro scorrevole, ma il titolo…il titolo delle volte è ciò che rimane nell’immaginario collettivo e in questi giorni riemerge continuamente, dal mio rientro a Damasco, come un cotonato suono che suggerisce di chiedere alla polvere il segreto della sua onnipresenza…

Inutile dire che dopo mesi trascorsi nella calda e pulita atmosfera familiare italiana, Damasco mi appare più lercia di come la ricordavo e il giorno seguente al mio arrivo, munita di scope, stracci e candeggina cercavo di far somigliare minimamente la mia umile dimora a quella della mia famiglia, i miei coinquilini mi guardavano con occhi sgranati, sorpresi dal mio spirito di iniziativa ma contenti di veder splendere la cucina…(dopo un po’ non ci si fa più caso e ci si adegua alle abitudini siriane).

Avevo dimenticato la polvere di Damasco, avevo dimenticato cosa significasse camminare per le strade e avvertire quello strano

prurito alle narici e quella sensazione di soffocamento, che per chi non è abituato a questo clima, può diventare forma claustrofobica di insofferenza a questo luogo, ma come si dice qui “MA LE SHi”, dopo un po’ ci si riabitua e non ci si fa più caso se le scarpe cambiano colore e se in un giorno di pioggia si torna a casa completamente infangati o se le unghia delle mani acquisiscono quel naturale grigiore tipico dell’inquinamento di queste parti.



La mia nuova casa si trova a Bab Sharqi, precisamente nella zona cristiana, ultimamente tutto il quartiere è in preda ai lavori idrici, molti degli edifici sono sostenuti da pesanti travi, altri son crollati, come uno dei mie preferiti, che ospitava un minuscolo bar, in cui ci si incontrava tra amici e gente del luogo, dove si beveva tra luci soffuse, carote tagliate a strisce con un po’ di sale e limone, strani aggeggi penzolanti dal soffitto e 2 stampe alle pareti: un vecchietto baffuto che sembrava guardare la giovane donna prosperosa dai lunghi capelli al vento , in pose sexi e sorriso invitante … si erano amati per decine e decine di anni, compagni di sguardi e di sbronze, fin quando i lavori di urbanistica hanno messo fine al loro segreto amore. Il proprietario del posto, il simpatico Abu George, continua imperterrito a sperare in un qualche miracolo che riporti la sua vita alla passata normalità, passeggiando nervosamente, aspirando le sue vitali sigarette siriane, con evidenti nostalgici pensieri che sfumano a ogni boccata aspirata.

Come se non bastasse è quasi impossibile trovare delle bombole di gas, così dopo un po’ ci si rassegna ad attendere 1 ora per un caffè implorando la "sobia" (stufa a gas) di casa di fare presto, mentre gli occhi si chiudono al ritmo del gocciolio del gas che arde la fonte di calore …

Ultimamente non si trova neanche più il mazut, ovvero la benzina per le stufe, bisogna attendere ore o giorni, sperando nel miraggio di una specie di camion che rifornisca i poveri, infreddoliti e bisognosi abitanti di Sham. Inoltre bisogna sgomitare con i siriani che rivendicano il diritto di precedenza e se si è fortunati dopo aver aspettato il proprio fantomatico turno si viene premiati con un po’ di mazut che basterà non si sa fino a quando … curioso davvero che in medio oriente si abbiano problemi connessi al petrolio… :-) Ask to the Dust...

4 Comments:

Blogger MOY said...

Mi manca un po' quella polvere...
Venerdì torno pure io a Damasco, vediamo che sensazione mi farà

10:13 AM  
Blogger Manuela Scebba said...

e' dura solo i primi giorni...dopo ci si abitua...torni a Damasco? magari ci incontreremo in questa splendita citta'...tra una volata di polvere e un'altra...ciao

1:40 PM  
Anonymous Anonimo said...

"un minuscolo bar....dove si beveva tra luci soffuse, carote tagliate a strisce con un po’ di sale e limone"
Un bere, come dire, un po' troppo solido! Non ti sembra o è sempre l'enfasi e l'apparire a tradirti?
Senza gas, senza benzina, in mezzo al lerciume ma sempre e comunque ALLAH AKBAR!!!
:-(

11:16 AM  
Blogger salvojk said...

noooooooooooooooooooooooooooo crolli tutto ma Abu George NOOOO..e lo dico da non bevitore.
Ricordo ancora una sera in cui io e Cate abbiamo deciso di entrare il quell'accogliente buchetto con la lanterna fuori e il bagno piú piccolo del mondo.
Alla mia richiesta di qualsiasi cosa che non contenesse alcool il buon baffuto mi ha guardato con nuno sguardo misto tra comprensione e diprezzo, invitandomi a nutrirmi delle carote che offriva in accompagnamento a wisky e birra.
Non dimenticheró mai quegli istanti, le chiacchere deliranti con uno degli avventori che guardandomi negli occhi mi disse: YOU ARE VERY NEAR TO THE REALITY...e un istante dopo mi confessó che per quanto potesse sembrase infantile o stupido agli occhi di molti, lui amava stare sulla sua terrazza e guardare le stelle..que coisa mais linda direi adesso..(un attimo dopo un velo alcolico cadde sul suo sguardo e cominció a provarci con Cate, ma non importa no?!).
Un saluto affettuoso da Tabajaras, la mia favela, la mia Damasco brasiliana!

2:13 AM  

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